Pantelleria, la perla nera del Mediterraneo

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Pantelleria

Pantelleria

Pantelleria

Interno di un Giardino Pantesco

Giardino Pantesco

Dammusi

Per l’origine vulcanica del suo territorio, Pantelleria è chiamata la “perla nera” del Mediterraneo e il suo nome, di origine araba, significa “figlia del vento”.

Lunga quasi 14 km e larga 8, l’isola dista dalla Sicilia 110 km e dalla Tunisia soltanto 70, ed è la parte emersa di un edificio vulcanico, che si eleva di circa 2000 metri al di sopra di una crosta di tipo oceanico nel canale di Sicilia.

Il territorio di questo estremo lembo d’Europa, è caratterizzato da una natura incontaminata e da un immenso patrimonio di biodiversità; tendenzialmente collinare, la sua tipica vegetazione mediterranea si alterna con colline brulle e nere colate laviche, che le conferiscono l’aspetto di un paesaggio quasi lunare. La vetta più alta è la Montagna Grande, che raggiunge gli 836 metri ed è il cratere principale del vulcano.

Nel corso dei secoli, per la sua posizione centrale nel bacino del Mediterraneo, Pantelleria è stata luogo di incontro e di accoglienza di molti popoli, e abitata sin dall’età del bronzo antico: ne sono testimonianza alcune strutture megalitiche in pietra lavica, costruite a scopo funerario, chiamate “Sesi”, simili ai Nuraghi della Sardegna, che possono essere ammirate in località Mursia.

Nell’isola sono ancora molto attivi fenomeni di termalismo naturale: ad esempio, la grotta di Satarìa (in località Scauri), è nota sin dall’antichità per le sue acque con temperatura fino a 40°, considerate un autentico elisir di lunga vita. Secondo la tradizione, fu questa la dimora della dea Calipso, che qui avrebbe ospitato il celebre eroe greco Ulisse, promettendogli eterna giovinezza. Pantelleria è identificata, infatti, con l’antica Isola di Ogigia cantata da Omero nel V libro dell’Odissea. Famoso per i suoi fanghi termali con proprietà benefiche per il corpo, è anche l’incantevole Lago Specchio di Venere, così chiamato perché qui si sarebbe specchiata la dea Venere prima di incontrare il suo amato Bacco. Situato più o meno al centro dell’isola (in contrada Bugeber), questo lago naturale occupa la caldera di un vulcano spento ed è un luogo privilegiato per il birdwatching; le sue acque in autunno e primavera, diventano, infatti, un punto di passaggio dei flussi migratori di gru, aironi e fenicotteri rosa.

Tra i muretti a secco in pietra lavica, che incorniciano il pittoresco paesaggio, e i bianchi tetti a cupola dei “dammusi” (le tipiche case dall’inconfondibile tocco mediorientale), vi sono coltivazioni di Capperi (con marchio I.G.P. dal 1996) di secolare tradizione, e vigneti unici al mondo, in cui si produce la dolcissima uva Zibibbo, che dà vita al Moscato e al Passito di Pantelleria, eccellenze vinicole da dessert.

La coltivazione dell’uva Zibibbo, basata sulla vite ad alberello, è unica nel suo genere e fu qui introdotta dai Fenici: rivela la sapienza dei contadini panteschi nel fronteggiare, da oltre duemila anni, il clima inospitale di questo luogo con scarse piogge e forti venti. Infatti, i piccoli alberelli di vite si sviluppano all’interno di conche scavate nel terreno, che raccolgono le scarse risorse idriche e riparano la pianta da vento e salsedine. Per questo motivo, nel 2014 l’Unesco ha riconosciuto come Patrimonio Immateriale dell'umanità l’antichissima coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria: si tratta della prima pratica agricola al mondo ad aver ottenuto questo prestigioso riconoscimento.

Un altro esempio straordinario dell’ingegno dei contadini dell’isola, è costituito dal “giardino pantesco”, una costruzione rurale di antichissima origine, con forma di recinto a pianta circolare, realizzata con muri a secco di pietra lavica, priva di copertura e chiusa da una porta. Al suo interno, è coltivato un solo albero di agrume che, così, protetto dai venti che sferzano l’isola, e con l’umidità notturna assorbita dalla porosa pietra lavica, può crescere rigoglioso anche in assenza di piogge, grazie al microclima che si genera dentro al recinto. Nel 2008 il FAI (Fondo Ambiente Italiano) ha ricevuto in donazione dall’azienda vinicola siciliana Donnafugata uno storico giardino pantesco, in cui è coltivato un secolare e rigogliosissimo albero di arance (località Khamma).

Al centro dell’isola è situato l’imponente Castello medievale, una fortezza in pietra lavica che domina l’intero porto, adibita a carcere fino al 1975, e soggetta a continui ampliamenti nel corso dei secoli, da parte di Bizantini, Arabi, Normanni e Spagnoli. Composto da quattro piani, di cui uno quasi completamente interrato, il Castello ha un impianto planimetrico costituito da un nucleo centrale che gravita attorno ad un cortile trapezoidale, con bastioni a nord-ovest e nord-est, oltre ad un altro cortile ed una torre circolare sul lato sud-est. Nelle sue sale è possibile ammirare le famose “teste imperiali” risalenti al I secolo d. C., rinvenute all’interno di alcune cisterne sull’Acropoli di San Marco e Santa Teresa. Molto apprezzate per la loro bellezza ed integrità, sono state ospitate in molti musei del mondo e raffigurano Giulio Cesare, Antonia Minore (moglie di Druso, fratello di Tiberio, e madre dell’imperatore Claudio) e Tito.

Visitare Pantelleria è davvero un'indimenticabile esperienza dal punto di vista culturale, naturalistico ed enogastronomico!

Cappero di Pantelleria I.G.P.

Cappero di Pantelleria
Mappa Pantelleria

La caponata di melanzane