Palermo, città dai mille volti
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Palazzo Reale
Palermo
Quattro Canti
cappella palatina
la Vuccirìa
Crocevia di naviganti, crogiuolo di culture, stili, lingue e religioni; città di chiese sorte su antiche moschee, di mosaici unici al mondo, di chiostri, giardini e mercati profumati d’oriente, e di strade con nomi in italiano, arabo ed ebraico. Palermo è una città in cui traspare, in ogni angolo, il suo passato multietnico: qui convivono preziosità bizantine, arabe e normanne, il gusto barocco e liberty.
Adagiata tra il mare, il promontorio di Monte Pellegrino (definito da Goethe “il più bel promontorio del mondo”) e gli agrumeti della Conca d’Oro, la città fu abitata sin dal Paleolitico. Con i Fenici, nell’VIII secolo a.C., il suo porto divenne lo scalo fondamentale per i traffici commerciali dell’intero Mediterraneo; del resto, il nome Palermo (dal greco Panormus) significa “tutto porto”.
Dopo Fenici, Cartaginesi e Romani, con gli Arabi (831-1072) la città visse un periodo di grande crescita economica, politica e demografica; fu eletta capitale dell'emirato indipendente di Sicilia, e la sua popolazione cosmopolita (con Arabi, Greci, Latini di varia provenienza ed Ebrei) raggiunse in poco tempo i 300 mila abitanti.
Con i Normanni (1072-1194) si ebbe un magnifico periodo di fasti e ricchezza, e fiorì quella straordinaria sintesi architettonica di cui sono massima espressione i monumenti dell’Itinerario Arabo Normano, inseriti nel 2015 dall’Unesco nella World Heritage List. Veri e propri capolavori d’arte, esito della partecipazione di maestranze arabe-musulmane, greco-bizantine e normanno-cattoliche, questi sono: il Palazzo Reale o dei Normanni (del 1132, la più antica residenza reale d'Europa e sede dello storico Parlamento siciliano), la Cappella Palatina (1130-1143), la Cattedrale (1184), la chiesa di San Giovanni degli Eremiti (1136), la chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio o della Martorana (1143), la chiesa di San Cataldo (fra il 1154 e il 1160), il Castello della Zisa (1165), il Ponte dell'Ammiraglio (fra il 1154 ed il 1160).
Con Federico II di Svevia, lo stupor mundi, Palermo divenne un grande centro culturale: il sovrano, dal 1220 circa sino alla sua morte, promosse le “lettere” attraverso la poesia della Scuola Siciliana, che ha avuto una notevole influenza sulla letteratura e sulla moderna lingua italiana.
Successivamente, si alternarono Angioini, Aragonesi, Spagnoli e Borbone. Pregevolissime testimonianze architettoniche di questi secoli, in stile chiaramontano e gotico-catalano, sono: la chiesa di San Francesco d’Assisi, di originario impianto svevo-angioino (1255) con rifacimenti nel XIV e XV secolo; il trecentesco Palazzo Chiaramonte Steri in Piazza Marina, dimora della potente famiglia Chiaramonte e sede, tra il 1601 ed il 1782, del Tribunale dell’Inquisizione; il quattrocentesco Palazzo Pretorio (Municipio); il Palazzo Arcivescovile, di costruzione quattrocentesca con rifacimenti nel XVIII secolo; il Palazzo Abatellis della fine del XV secolo, sede della Galleria Regionale che custodisce opere d’arte dal medioevo al Settecento (tra cui capolavori di Antonello da Messina e Francesco Laurana); la chiesa di S. Maria della Catena (tra il 1490 e il 1520) con statue attribuite alla scuola del Gagini; la cinquecentesca chiesa di Santa Maria degli Angeli, detta la “Gancia”, con stucchi del Serpotta e tele di Pietro Novelli; la monumentale Porta Nuova del 1583, per secoli il più importante accesso alla città via terra (in stile manieristico).
Notevoli anche i monumenti in stile barocco, come: la grandiosa Fontana Pretoria del Cinquecento, chiamata anche Fontana della Vergogna a causa della nudità delle statue che la compongono; l’ottagonale Piazza Vigliena, più nota col nome di “Quattro Canti”, all'incrocio dei due principali assi viari di Palermo, la via Maqueda e il Càssaro (oggi Via Vittorio Emanuele, antica via di origine fenicia), decorata con statue e fontane del Seicento; l’elegante chiesa di S. Giuseppe dei Teatini (seicentesca); la bellissima chiesa di San Domenico (1640) che prospetta sull’omonima piazza; la chiesa del Gesù o Casa Professa (1564), con la sua ricchissima decorazione “a marmi mischi”, stucchi, sculture gaginiane e tele del Novelli. Stupendi anche gli stucchi che decorano gli Oratori di S. Cita (1686-1718), e di S. Lorenzo (1699), riconducibili a Giacomo Serpotta.
Immancabile una passeggiata all’Orto botanico (1789), famoso per gli esemplari provenienti da tutto il mondo, e tra i pittoreschi mercati storici, ideali per un tuffo nelle tradizioni gastronomiche palermitane: la Vuccirìa, Ballarò, il Capo e Borgo Vecchio.
Altre attrattive cittadine sono la Palazzina Cinese (1799), con la sua originale commistione di stili; il neoclassico Teatro Massimo (1897), prestigioso tempio della lirica; il Teatro Politeama Garibaldi, eretto a metà Ottocento in stile pompeiano; il Teatro dell’Opera dei Pupi, i cui protagonisti sono da sempre Carlo Magno e i suoi paladini. Lungo via Libertà, ombreggiata dagli alberi, trionfa l’architettura ottocentesca e liberty. Moltissimi i musei che custodiscono opere di altissimo valore storico e artistico: il Museo Archeologico Regionale Antonio Salinas, il Museo Etnografico Pitrè, la Galleria d'Arte Moderna Sant'Anna, il Museo Mormino e Pinacoteca Villa Zito, il Museo d'arte contemporanea a Palazzo Riso, per citarne solo alcuni…
Incantevoli anche i dintorni di Palermo: da Mondello, la spiaggia rinomata per il suo mare cristallino, al Santuario di S. Rosalia sul Monte Pellegrino, fino a Monreale, con i suoi straordinari monumenti in stile arabo-normanno, il Duomo e il Chiostro del 1174.