Modica, un “melograno spaccato” (cit. Gesualdo Bufalino)
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Duomo di San Giorgio
Modica
Chiesa di San Pietro
Cioccolato di Modica
Chiesa di San Pietro
Situata a sud dei Monti Iblei, per la sua singolare struttura, Modica è stata paragonata dallo scrittore ragusano Gesualdo Bufalino ad un “melograno spaccato”; la città, infatti, è distesa lungo i fianchi di quattro colline (Itria, Gigante, Monserrato, Pizzo), che fanno da cornice naturale alla stretta vallata in cui scorrevano, fino ai primi del Novecento, il fiume Moticano e i suoi affluenti Janni Mauro e Pozzo dei Pruni, coperti a causa delle alluvioni, e divenuti gli assi stradali principali.
La città è divisa in Modica Alta, sviluppatasi intorno all’alta rupe del Castello, e Modica Bassa, sorta lungo l’alveo del fiume; le due aree sono collegate tra loro da una serie di caratteristiche scale che, oggi, costituiscono un suggestivo itinerario alla scoperta del centro abitato, ma la cui funzione originaria era quella di permettere agli abitanti di raggiungere il fiume nella sottostante vallata.
Per secoli (dal 1296 al 1816) Modica è stata la capitale di un’antica Contea, considerata uno dei feudi più importanti del Mezzogiorno d'Italia, con proprie leggi e moneta, il cui territorio in pieno medioevo si estendeva fino alle porte di Palermo. Ne furono signori i Chiaramonte, i Cabrera e gli Henriquez, famiglie molto influenti in Sicilia e presso la corte di Spagna.
Ricostruita dopo il sisma del 1693 nello stesso sito dell’antica città, Modica rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura tardo barocca e, per i suoi capolavori d’arte a cielo aperto, ha ottenuto nel 2002 il riconoscimento da parte dell’Unesco come Patrimonio dell'Umanità.
Nella Città Alta si possono ammirare: la chiesa di San Giovanni Evangelista, che svetta per la sua teatralità; il Castello dei Conti, sede del potere politico e amministrativo della storica Contea, di cui rimangono una torre poligonale del XIV secolo e le carceri; la Torre dell’Orologio, patrimonio Unesco, edificata agli inizi del Settecento sui resti di una torre d’avvistamento, con il suo orologio ancor oggi in funzione dal 1725 (da qui è possibile affacciarsi e godere di un panorama spettacolare su Modica bassa); il Duomo di San Giorgio, ricostruito dopo i sismi del 1613 e del 1693, che incanta per la sua scenografica maestosità, accentuata dall’ampia scalinata ellittica con 254 gradini.
Nel cuore della Città Bassa, lungo il Corso Umberto I (la strada del “passeggio”), si trovano prestigiose architetture tardo barocche come, la Chiesa di San Pietro, considerata la seconda Chiesa Madre di Modica, preceduta da una scalinata animata dalle statue dei Dodici Apostoli; eleganti edifici sette-ottocenteschi, come il Palazzo Tedeschi, con le caratteristiche mensole a sostegno dei balconi scolpite con mascheroni raffiguranti sirene, flautisti, putti e vecchioni, ed il Teatro Garibaldi. All’interno del Palazzo della Cultura (antico monastero del 1626), è possibile visitare il Museo Civico Archeologico, con reperti che raccontano la vita nel territorio ibleo fin dalla preistoria (di gran pregio la statuetta in bronzo dell’Ercole di Cafeo del III secolo a.C.), e il Museo del Cioccolato, simbolo e orgoglio della terra modicana che, con sapienza, ha saputo conservare l’antica ricetta azteca portata qui dagli Spagnoli.
Modica vanta un ricco repertorio di specialità gastronomiche, risultato della contaminazione delle diverse culture che l'hanno dominata; ha dato i natali al Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo (visitabile la sua Casa Natale in via Posterla), ed è una città tutta da scoprire, passeggiando per il frastagliato dedalo delle sue pittoresche viuzze medievali, costellate da antiche botteghe. Un’affascinante città presepe da ammirare seduti sulle scenografiche gradinate del suo centro storico.