La mandorla in Sicilia

Da secoli la coltura del mandorlo caratterizza in modo significativo il paesaggio agrario siciliano, costituendo in alcuni territori uno spettacolo quanto mai stupendo, con i suoi incantevoli fiori bianchi e profumati, che annunciano l’arrivo della primavera.

Originario dell’Asia centrale, il mandorlo arrivò in Sicilia con i Greci; non a caso tra i Romani il suo frutto era conosciuto come “noce greca”.

Questa coltivazione nell’Isola copre 48 mila ettari di territorio, con una produzione di circa 600.000 quintali, che riguarda in particolare il territorio agrigentino e il Val di Noto, tra le province di Siracusa e Ragusa (le più soleggiate in Italia).

Secondo il mito omerico, quest’albero nacque da una commovente e sfortunata storia d’amore: quella tra Fillide, principessa della Tracia, e Acamante, eroe greco impegnato nella guerra contro Troia. Non vedendolo tornare dalla guerra e credendolo morto, Fillide si lasciò morire. La dea Atena ebbe compassione di lei, e la trasformò in uno splendido albero di mandorlo; Acamante, però, non era morto e sapendo che Fillide era stata trasformata in albero, abbracciò la pianta che, per ricambiare le carezze, fece prorompere dai suoi rami candidi fiori invece di foglie. Ancor oggi, l’abbraccio fra i due innamorati è visibile in primavera, quando i rami dei mandorli fioriscono per testimoniare l’amore eterno dei due giovani.

La Sicilia vanta l'80% della produzione nazionale e la migliore qualità al mondo di mandorle; fino agli anni Sessanta del secolo scorso, la provincia in cui era presente la maggiore coltivazione di mandorle era quella di Agrigento dove, soltanto all’interno del Parco della Valle dei Templi, si trovano ancor oggi circa 300 varietà ed ecotipi locali di questa coltura. Proprio nella famosa Città dei Templi, ogni anno, si svolge la caratteristica Sagra del Mandorlo in Fiore, una delle manifestazioni più importanti, longeve e seguite del panorama siciliano.

Da oltre un secolo, è diventata protagonista della tradizione gastronomica ed apprezzata al di fuori dei confini siciliani, anche la mandorla di Avola, considerata una delle più buone d'Italia.

Per tutelare queste pregiate produzioni siciliane nel 2010 è stato costituito il Coordinamento Regionale delle aziende siciliane della filiera mandorlicola, per iniziativa del Consorzio della mandorla di Avola e dell'Associazione mandorla di Agrigento.

La mandorla di Avola è una delle più buone e famose mandorle italiane, che ha trovato il suo habitat ideale nel Val di Noto, dove si coltivano le varietà più pregiate al mondo di questo albero.

La mandorla di Avola comprende tre cultivar (varietà) principali: Pizzuta, Fascionello e Romana o Corrente d’Avola.

La Pizzuta, definita da Sciascia “di ovale perfetto”, è la regina indiscussa della confetteria e della pasticceria di altissima qualità. Il suo guscio è duro, liscio, con pori piccoli e l’estremità appuntita. La Fascionello, leggermente più dolce e più grassa, ha forma più panciuta e appuntita rispetto alla Pizzuta, e consistenza più morbida. La Romana (che prende il nome dalla famiglia avolese Romano) o Corrente d’Avola è di forma triangolare e irregolare e, spesso, dentro un guscio se ne trovano due gemelle. Assieme alla Fascionello è ottima per gli usi di pasticceria.

Le tre varietà, tutelate da un Consorzio che utilizza il marchio “Mandorla di Avola” registrato nel 2006, sono un prodotto eccellente per qualità organolettiche e proprietà nutrizionali, che le contraddistinguono dalle altre mandorle in commercio. La Mandorla di Avola, infatti, è uno “scrigno di salute” e fa molto bene (se ne dovrebbero mangiare dalle tre alle sei al giorno), per l’alto contenuto di acidi grassi insaturi, polifenoli, vitamina E, magnesio, calcio e proteine vegetali; è anche un antinfiammatorio naturale, antiossidante, prezioso integratore delle diete, ricco di principi nutritivi.

Molto ricercata nell'industria dolciaria, il suo sapore inimitabile rende superbe le granite, raffinato il suo latte di mandorla e pregiatissimi i suoi confetti.

Grazie alle condizioni climatiche della zona di produzione, la Mandorla di Avola fiorisce tra la fine di dicembre e i primi di gennaio, circa 2 mesi prima delle altre mandorle siciliane o pugliesi. Il maggior periodo di maturazione rende questi frutti più ricchi di componenti nutrizionali e organolettiche, mentre i durissimi gusci ne impediscono l’attacco da parte di funghi e parassiti.

La raccolta, effettuata tra la fine di Luglio e i primi di Settembre, è un’attività prevalentemente manuale, agevolata da una abbacchiatura, tradizionalmente praticata mediante canne e pertiche. Dopo la raccolta, le mandorle vengono private del mallo e fatte asciugare al sole per 3-5 giorni. Il prodotto giunge, quindi, negli stabilimenti di lavorazione, dove viene sottoposto alle operazioni di: sgusciatura, separazione dei gusci dai semi, selezione manuale e pelatura.